I giovani e i social
Se avete un figlio adolescente domandategli la sua priorità. Vi risponderà: "Gli amici!". È interessante comprendere quanto importante sia il contatto sociale nei nostri giovani, protagonisti di importante processo che porta alla costruzione della propria Identità attraverso quelle prime alleanze come le amicizie. I ragazzi iniziano a separarsi e a differenziarsi dalle figure genitoriali, a costruire una nuova immagine di sé, a coltivare la propria nascita sociale, immaginandosi in un ruolo al di fuori del contesto familiare.
Tuttavia, oggi viviamo in un'epoca caratterizzata da un uso spropositato dello smartphone, correlato all'accesso precoce ai social media con conseguenze che sembrano diventare a volte ingestibili. Ci chiediamo allora se questi comportamenti siano da considerare come tentativo di creare un contatto sociale, o al contrario siano proprio la causa di un disagio ormai diffuso quale l'isolamento. È risaputo che l'esordio sui social avviene proprio nella fascia al di sotto dei 10 anni ed è qui che occorre considerare il primo fattore di rischio in quanto la percezione del pericolo e degli aspetti negativi potrebbero essere sottostimati. E non è una casualità se internet trova un posto di rilievo nella vita degli adolescenti, in quanto ben si adatta al particolare momento di cambiamento che i ragazzi si trovano ad affrontare, proponendo nuove soluzioni ai compiti evolutivi tipici di questa età. Ad oggi i dati registrano numerosi episodi legati all'utilizzo disfunzionale dei social che creano una certa apprensione. L'utilizzo eccessivo o inadeguato di queste tecnologie può portare allo sviluppo di una vera e propria dipendenza da social e i meccanismi che causano questo tipo di dipendenza - da un punto di vista neuropsicologico - sono dovuti alla produzione di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere stimolato dal meccanismo dell'"approvazione" nascosta dietro ai like. Più si prova piacere, più il desiderio aumenta.
Ed è proprio qui che risiede il desiderio di mostrarsi e ricevere approvazione, facendo accrescere i livelli di autostima non attraverso un processo di maturazione personale, ma avvalendosi del giudizio esterno: facendosi notare. In altre parole si è attratti dalla voglia di mostrarsi per poter ricevere feedback capaci di influenzare il proprio umore, alimentando un'intimità distorta che inevitabilmente investe le relazioni reali. Aumenta così il senso di insicurezza e fragilità, si manifestano complessi fenomeni di alienazione che allontanano dalla realtà concreta per vivere in un contesto aleatorio. Il rapporto degli adolescenti con le tecnologie è dunque complesso e ci pone nella condizione di dover affrontare stati ansiosi che ci vedono impreparati a fronteggiare. A questo si aggiungono una serie di condizioni che possono interessare in maniera specifica ogni singolo giovane alle prese con il cambiamento come ad esempio il rapporto con il proprio corpo. Ciò che sarebbe utile fare è porci come mediatori, sollecitando lo sviluppo di un senso critico, utile per aiutare i nostri figli a discernere il ruolo di internet e dei suoi miti: il consiglio è quello di confrontarsi con uno specialista dell'età evolutiva, così da analizzare in modo critico la situazione e capire come meglio agire. In ultimo, affinché il digitale possa rappresentare una valida risorsa, osserviamo i giovani, assumiamoci la responsabilità di cogliere i loro bisogni e soprattutto chiediamoci se questi bisogni di prossimità e appartenenza siano soddisfatti in tutto dall'uso spropositato di internet o se quest'ultimo sia visto dagli stessi come un mezzo di compensazione di carenze nei rapporti primari. Non dimentichiamoci che gli adolescenti con una buona vita relazionale sono gli stessi che svilupperanno una personalità solida che si adatta al cambiamento, qualsiasi esso sia.